Per la prima volta in Italia il fenomeno iPad è stato posto sotto attenta osservazione. Ci ha pensato l’Upa, la principale associazione che raggruppa gli investitori di pubblicità: attraverso una fitta serie di focus group si è cercato di capire come gli italiani si stanno avvicinando a questo strumento, come lo utilizzano, come lo giudicano, come lo vivono.

Ebbene, tra le prime risultanti dell’indagine viene fuori che la gran parte delle persone che possiedono il tablet prodotto da Apple lo utilizza tra le mura di casa, nonostante le intenzioni, appunto, dei produttori fossero probabilmente differenti. Infatti, l’iPad pesa soltanto 700 grammi e per funzionalità si presta moltissimo a un utilizzo “outdoor”, fuori casa, e in mobilità.

Lo studio qualitativo propone, però, altri elementi: spesso gli utilizzatori “indoor” lo sono perché nel nostro Paese esistono pochi punti wi fi dove la navigazione su internet senza fili, gratuita e veloce può avvenire senza troppi problemi. Quindi, se questo vuoto venisse colmato, potrebbe succedere che l’utenza decida di connettersi alla Rete molto di più attraverso l’iPad al di fuori delle mura domestiche, diminuendo di conseguenza i livelli di utilizzo casalingo.

Ma ecco altri due elementi interessanti desunti dallo studio: la “valenza totemica” e il “piacere di giocare”.

Nel primo caso, il giudizio si riferisce all’aura quasi magica che finisce per influenzare chi usa l’iPad e chi gli sta intorno. Un esempio a riguardo richiama l’effetto dirompente delle prime televisioni nelle case italiane all’inizio degli anni Cinquanta. Il paragone si riflette su tutte le modalità di utilizzo del tablet, a partire da un’esposizione più diretta al messaggio, anche quello di carattere pubblicitario, rispetto a quanto avviene con i computer.

Il secondo aspetto pone enfasi soprattutto sulle sensazioni emerse tra la gente interessata e tra gli operatori immediatamente dopo la presentazione dell’iPad: ovvero, il piacere legato alla possibilità di interagire e, per così dire, giocare con lo strumento, insieme alla possibilità di definire un rapporto più intimo e personale rispetto ai pc, riducendo fortemente la barriera tra reale e virtuale.