Una frequenza di rimbalzo elevata può incidere sensibilmente sui tassi di conversione del tuo sito web: se la maggior parte degli utenti lo abbandona dopo aver visualizzato una sola pagina, le probabilità di convertirli in clienti o in lead è infatti prossima allo zero.

Un alto Bounce Rate può anche essere sintomo di problematiche più serie a livello tecnico, che, se non corrette tempestivamente, possono danneggiare il posizionamento del sito web sui motori di ricerca.

Rientrano in questa casistica i problemi legati ai tempi di caricamento, a design di pagina poco incisivi o funzionali, oppure a una scarsa ottimizzazione del sito per i dispositivi mobili.

Vediamo in questo post come porre in atto qualche semplice consiglio funzionale a tenere sotto controllo questa metrica così importante.

Cos’è la Frequenza di Rimbalzo?

La frequenza di rimbalzo rappresenta il numero di utenti che atterrano su un sito web e lo abbandonano immediatamente, senza effettuare alcuna interazione e quindi senza visualizzare una seconda pagina.

Questo comportamento dell’utente da vita a una tipologia specifica di sessione, chiamata per l’appunto “sessione a pagina singola“.

La frequenza di rimbalzo viene calcolata dividendo il numero di sessioni a pagina singola per il numero totale di sessioni ed è espressa in percentuale.

Una frequenza di rimbalzo bassa indica che il contenuto che l’utente ha trovato sul sito dopo esservi atterrato lo ha portato non solo di rimanere sulla pagina di ingresso, ma anche ad interagire con il sito, tramite un clic che lo ha condotto a visualizzare una seconda pagina.

Una frequenza di rimbalzo più alta indica, al contrario, che l’esperienza vissuta dall’utente sul sito a partire dalla pagina di ingresso non è stata abbastanza buona da convincerlo a proseguire nella navigazione.

Un visitatore può “rimbalzare” da un sito in diversi modi:

  • Cliccando su un collegamento a un altro sito Web
  • Cliccando sul pulsante “Indietro” per tornare ai risultati della ricerca o al sito Web di riferimento
  • Chiudendo la finestra o la scheda del browser
  • Digitando un nuovo URL nel browser
  • Per un Timeout della sessione, solitamente causato da errori di web hosting

Attenzione: non tutti i rimbalzi sono da considerarsi negativi. Ad esempio, alcuni utenti potrebbero leggere l’intero post di un blog spendendo diversi minuti su una singola pagina e trovando esattamente ciò per cui sono venuti sul sito, ma poi chiudere il browser.

Allo stesso modo una Frequenza di Rimbalzo inferiore al 20% è quasi sicuramente dovuta a un errore di tracciamento. Infatti non è realistico puntare a una frequenza di rimbalzo dello 0%, ma esistono sicuramente dei benchmark che possono aiutarci a capire se il nostro sito registra un valore di bounce in media o superiore rispetto ad altri siti di una determinata industry.

Là dove, di norma, i blog e i cosiddetti “siti vetrina” registrano valori di Bounce Rate più alti rispetto agli E-commerce o ai siti B2B, in termini generali è possibile affermare che:

  • 26-40% è ottimale
  • 40-70% è nella media
  • 80%+ è da considerarsi decisamente alto

Come scritto sopra, una Frequenza di rimbalzo inferiore al 20% è spesso funzione di una problematica tecnica: un tag di analytics duplicato, un’implementazione errata degli eventi, oppure può essere causata da componenti aggiuntivi di terze parti, come plug-in del CMS o Chat.

Rimbalzo per canale e dispositivo

Considerando i principali canali di traffico, di norma display e social hanno le frequenze di rimbalzo più alte. Questo perché è probabile che i visitatori provenienti da questi canali arrivino sul sito dopo aver cliccato casualmente su un banner pubblicitario e poi escano per tornare all’azione originariamente prevista.

Referral ed e-mail tendono invece ad avere le frequenze di rimbalzo più basse. Infatti è decisamente più probabile che i visitatori che atterrano su una pagina tramite un collegamento presente in un sito Web simile o correlato al proprio siano già interessati ai contenuti che vi trovano, così come gli iscritti alla tua mailing list.

Considerando i dispositivi, gli utenti provenienti da device mobili hanno una frequenza di rimbalzo più elevata, indipendentemente dall’industry a cui si fa riferimento.

Il motivo è intuitivo: dal momento che le persone navigano sui loro smartphone mentre aspettano in fila, prendono l’autobus o svolgono in parallelo altre attività, la loro soglia di attenzione è molto bassa.

Di conseguenza se un sito riceve molte visite da dispositivi mobili la sua frequenza di rimbalzo potrebbe apparire più alta rispetto a quella di un sito con traffico proveniente principalmente da desktop.

Come ridurre la Frequenza di rimbalzo

Dopo aver individuato quali pagine del tuo sito hanno la frequenza di rimbalzo più alta, occorre innanzitutto identificare il motivo per cui i visitatori rimbalzano.

Di fatto le ragioni principali di un bounce rate elevato possono essere sintetizzate come segue:

1. Il visitatore non ha trovato quello che stava cercando;

2. Il visitatore ha trovato quello che stava cercando, ma non sapendo come proseguire la navigazione, ha lasciato il sito;

3. Il sito Web è difficile da usare.

Diamo un’occhiata alle principali strategie che possono aiutarci a risolvere queste problematiche:

1. Suggerisci altri contenuti

Forse il contenuto della landing page nella quale l’utente è atterrato sul sito non era precisamente quello che stava cercando.

Prima che esca dal sito potresti utilizzare la tecnologia di exit intent di ShinyEngage per aiutarlo a trovare il contenuto di suo interesse.

Potrebbe essere un layer che riporta a un post o un prodotto correlato o ancora un promocode valido solo se l’utente effettua un acquisto in quella specifica sessione.

2. Mostra contenuti mirati agli utenti più coinvolti

Abbiamo scritto che non tutti i rimbalzi sono da considerarsi “cattivi”. Un utente può leggere un articolo, trovare esattamente quello che voleva e poi uscire dal sito. Questo è normale e molto comune per i blog e le pagine con contenuti editoriali.

Ma ciò non aiuta la frequenza di rimbalzo o le conversioni. In questo caso, sarebbe opportuno ad esempio mostrare a questi utenti un’offerta pertinente al tema di cui ha appena letto nell’articolo.

Ad esempio, se un utente arriva su un post di un blog sulla cucina, la tua offerta dovrebbe essere un ricettario invece di articoli di moda.

Utilizzando il targeting a livello di pagina di ShinyEngage, puoi mostrare ai visitatori offerte personalizzate in base alle pagine che visitano, alla fonte di traffico e altro ancora.

Puoi anche specificare che una campagna venga mostrata solo ai visitatori che hanno effettuato una certa percentuale di scroll o trascorso un determinato tempo sulla pagina.

Mostrare contenuti mirati ti aiuterà a ridurre la frequenza di rimbalzo, ad aumentare il coinvolgimento e le conversioni.

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3. Usa le Call To action

Ogni pagina del tuo sito web dovrebbe avere un chiaro invito all’azione (CTA).

Alcune CTA possono proporre l’acquisto di un prodotto digitale o fisico, l’iscrizione a una mailing list, la condivisione di un contenuto o la compilazione di un modulo di contatto.

ShinyEngage può erogare tramite layer dedicati qualsiasi CTA a un pubblico mirato con precisione, ad esempio sottoponendo un sondaggio agli utenti che mostrano l’intento di uscire dal sito.

4. Ottimizza i contenuti in base alle ricerche

Un’altra delle principali cause di rimbalzo è la mancanza di corrispondenza tra un risultato di ricerca sulla SERP e il contenuto effettivamente collegato sul sito web.

Quando un visitatore fa clic su un risultato di ricerca sta cercando qualcosa di specifico. Se non trova rapidamente la risposta o la soluzione a un suo problema è probabile che “rimbalzerà”.

Con ShinyStat Analytics puoi individuare rapidamente quali sono i contenuti più cercati dai tuoi visitatori e qual’è il comportamento degli utenti che atterrano sul sito dopo aver cliccato un risultato di ricerca.

5. Ottimizza il tuo sito per i dispositivi mobili

Molti utenti navigano da dispositivi mobili mentre sono in movimento. Se vedono un sito desktop completamente schiacciato in uno schermo minuscolo, non cercheranno di certo il modo per accedervi ed esplorarlo.

Assicurati che il tuo sito sia facile da usare su uno smartphone. Prendi in considerazione la possibilità di creare landing page ottimizzate solo per dispositivi mobili o l’utilizzo dei pulsanti click-to-call e click-to-scroll per migliorare l’esperienza dell’utente mobile.

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6. Rendi leggibile il tuo testo

Sebbene immagini e video catturino particolarmente bene l’attenzione, la maggior parte delle informazioni importanti su un sito Web viene comunque comunicata con un testo.

Per questo motivo la sua leggibilità non dovrebbe mai essere sacrificata a favore della grafica.

Quindi le call to action devono sempre essere ben contrastate e visibili, così come il corpo del testo e il font selezionato.

Sottolineare le parole più importanti usando il bold può essere una buona idea, soprattutto per migliorare la visibilità su smartphone e tablet.

7. Migliora la velocità del tuo sito

Uno dei modi più semplici per migliorare la frequenza di rimbalzo è rendere il tuo sito più veloce.

Gli utenti hanno fretta e decidono se rimanere su un sito entro i primi 10 secondi. Se il tuo sito non si carica rapidamente, potrebbero presumere che non sia funzionante o semplicemente perdere la pazienza e andarsene.

Per velocizzare il tuo sito, dovresti ottimizzare le tue immagini, utilizzare una rete di distribuzione dei contenuti (CDN), lavorare sul caching degli elementi e considerare il passaggio a un provider di hosting più veloce.

Non ti rimane che lavorare su queste ottimizzazioni e misurarne l’impatto! Se lo desideri puoi farlo con ShinyStat Analytics, attiva ora una demo gratuita della versione Business cliccando qui!